Tratto da: Libertà On Line' di domenica 5 febbraio 2006

Fabio C. ha portato con sé solo tuta, guanti, stivaletti, una tanica di benzina e due sacchi a pelo

In Vespa fino alla Foresta Nera

Partito da Villanova, ha partecipato ad un raduno tedesco in Vespa

Villanova - «Giovedì mattina alle 5,30 carico le ultime cose sulla Vespa, una 125 T5 del 1985, apro il garage e...nevica. Cominciamo bene, mi sono detto!». Munito di tuta motociclistica, guanti e stivaletti in goretex, paragambe e paramani, una tanica di benzina, due sacchi a pelo, un ricambio di vestiti e due gomme chiodate, nel caso avesse incontrato ghiaccio durante il percorso, Fabio C. di Villanova, è partito per la Germania. Prima tappa, Soragna, dove ad attenderlo c'è Claudio, a bordo del suo sidecar Honda.

Il posto del passeggero sarà occupato a Mantova da Luca, terzo ed ultimo membro di questa squadra di avventurieri. Destinazione, la 50ª edizione dell'Elefantentreffen, alla lettera, "raduno degli elefanti": «Prende il nome dai sidecar Bmw e Zundapp residuati di guerra, chiamati appunto "elefanti" dai tedeschi, che affollavano questo raduno durante le prime edizioni negli anni '50» spiega l'appassionato. Nel 1956, alla prima edizione i partecipanti erano 20. Ma all'inizio degli anni '70 erano addirittura 15.000. «Al nostro arrivo venerdì sera eravamo 4000. Ma alla chiusura, domenica, sicuramente il doppio».
Si tratta di uno degli appuntamenti più celebrati ma anche duri per i motociclisti, dato che si svolge sempre l'ultima settimana di gennaio in una zona particolarmente impervia: Thurmansbang-Solla, in Baviera: «È un paese che conterà sì e no 50 abitanti all'interno del parco nazionale bavarese, perso in mezzo ai boschi della Foresta Nera a 30 chilometri dal confine ceco e a 40 da quello austriaco».
Il raduno è in un anfiteatro naturale in mezzo al bosco. Tra pini alti 30 metri e 80 centimetri di neve di alcuni punti, i tre hanno cercato uno spazio per la tenda: «C'erano agricoltori che vendevano balle di paglia da mettere sotto le tende per fare da isolante, ma purtroppo quando siamo arrivati erano già finite e ci siamo riparati con due teli che ci eravamo portati. Quella notte il termometro segnava meno 16». Il freddo però non è l'unica cosa che ricordano: «C'erano motociclisti da tutta Europa: Finlandia, Scozia, Spagna,Grecia e persino da Mosca. Ovviamente anche moltissimi italiani».
Anche il viaggio, ben 1.500 chilometri, è stato emozionante: «Il tempo era magnifico - racconta Fabio - verso Trento, all'andata, c' erano 5-6 gradi sopra lo zero. Siamo stati fortunati: 4 giorni di pieno sole». Sia l'andata che il ritorno sono durati due giorni, con tappa in una pensione a Rosenheim, in Germania. «Abbiamo viaggiato a temperature tra i -5 e i -12 gradi su strade pulitissime: i tedeschi sono davvero organizzatissimi per affrontare la neve. Sinceramente ci siamo fatti grasse risate sentendo le notizie che arrivavano da amici e parenti in Italia: sommersi e bloccati dalla neve».
«Un'esperienza indimenticabile sicuramente da ripetere, ma da non prendere sottogamba: l'Elefante non è uno scherzo, soprattutto in Vespa». Fabio si è conquistato il titolo di vespista giunto da più lontano di tutto il raduno. E non riesce difficile crederlo.
Chiara B.
Vai all'articolo su LIBERTA'

 

Home