Reimmatricolazioni e FMI: sono rimasto perplesso, forse ho capito male?
Sono iscritto e da anni pago regolarmente la quota associativa FMI ( Federazione Motociclistica Italiana ), pertanto ricevo ogni mese Motitalia, la pubblicazione della federazione.
Al di la del fatto che secondo il mio parere si dovrebbe dare maggiore spazio ai problemi burocratici e non delle Moto Storiche, finalmente, nel numero 6 - giugno 2008 - a pagina 14 si affronta il nuovo problema della reimmatricolazione del quale ho parlato qui
Riporto l' articolo per fare conoscere i motivi della mia perplessità:
MEZZI DI INTERESSE STORICO
Stop alle reimmatricolazioni |
Fino ad oggi era possibile reimmatricolare un mezzo di interesse
storico, anche se "demolito". O meglio: alcune motorizzazioni
rifiutavano questa possibilità; altre, grazie alla sensibilità dei
loro direttori, accettavano le richieste.
I provvedimenti in difesa dell'ambiente hanno creato confusione sulla possibilità di rimettere in circolazione i mezzi più vecchi. per i quali erano state svolte campagne di rottamazione, in alcuni casi fornendo addirittura incentivi per l' acquisto di mezzi nuovi. I mezzi tolti dalla circolazione perchè considerati altamente inquinanti, sono stati registrati al PRA come demoliti, destinati alla rottamazione e per questo considerati rifiuti. La legge esclude per essi la possibilità di tornare in circolazione. Il Ministero dei trasporti, di fronte alla possibilità di escludere dalla categoria dei rifiuti i mezzi di interesse storico e collezionistico ( così infatti si esprime la normativa europea recepita anche in Italia ) ha posto negli anni passati un quesito formale al Ministero dell' Ambiente, del quale si attende ancora risposta. Di fronte a questa situazione di incertezza, le motorizzazioni si sono finora comportate in modo difforme l'una dall'altra. Contemporaneamente un gruppo di lavoro sui mezzi di interesse storico e collezionistico, del quale fa parte a pieno titolo anche la FMI, è stato istituito presso la direzione generale della Motorizzazione Civile per provare a dirimere la questione. Il gruppo di lavoro si è impegnato nell'elaborazione di una circolare per chiarire in quali casi si può procedere alla reimmatricolazione di un mezzo considerato demolito. Secondo la Legge, la maggior parte di questi mezzi sono stati ( o dovrebbero essere stati ) consegnati a un demolitore che ha proceduto ( o avrebbe dovuto procedere ) alla loro demolizione. In attesa dell'emanazione di tale circolare, la Motorizzazione ha diffuso istruzioni ai propri uffici periferici invitandoli a non procedere alla reimmatricolazione. Molti utenti si sono dunque visti rifiutare o sospendere la pratica della reimmatricolazione già avviata, nonostante fossero in possesso del certificato delle caratteristiche tecniche rilasciato dalla FMI, per il quale avevano speso tempo e denaro. Siamo certi che sia solo una questione di tempo e che in un prossimo futuro sarà di nuovo possibile reimmatricolare, tramite una certificazione che è allo studio della Motorizzazione. Nessun problema invece per chi possiede un veicolo radiato d'ufficio e non demolito: il veicolo è stato è stato cancellato dagli archivi del PRA perchè non ha più pagato il bollo e non perchè il suo proprietario ha espresso la volontà di rottamarlo. I proprietari dei veicoli radiati d'ufficio ne posseggono ancora la targa e il libretto e possono reiscriverli al PRA con una procedura amministrativa, senza fare alcun collaudo alla motorizzazione. Il veicolo, prima di essere rimesso in circolazione, deve effettuare la revisione. |
La FMI sembra volere giustificare il comportamento illegale di molte Motorizzazioni, perchè non tutte per fortuna rifiutano la reimmatricolazione e questo non viene indicato.
Si parla dei veicoli storici demoliti come RIFIUTI INQUINANTI, questo non è vero ed offende sia la storia, il costume, la cultura, sia direttamente gli appassionati.
Si parla di volontà dei proprietari di rottamare ( termine orribile coniato da qualcuno, non facente parte della lingua italiana) e di presunte inadempienze da parte dei proprietari e dei demolitori, che non sono certo "stinchi di Santo" ma di fronte a leggi tanto severe e punitive non sono certo così autolesionisti da commettere reati simili.
Si tralascia invece completamente la realtà che è semplicemente quella che negli anni 80 si poteva demolire un veicolo IN PROPRIO per non pagare il bollo, conservandolo nel proprio cortile, cantina, ecc.
Le possibilità di demolizione previste per qualunque cittadino, non prevedevano l' obbligo attuale di consegnarlo a un demolitore autorizzato, ma erano queste:
A) demolizione per cessazione della circolazione,
B) demolizione per distruzione,
C) demolizione per circolazione su fondo privato,
D) demolizione per esportazione.
E' evidente che il termine "demolizione" era inteso, salvo un caso, non come distruzione ne tantomeno smaltimento del mezzo da parte di un demolitore, ma semplicemente era sinonimo di "cancellazione dall' elenco dei veicoli iscritti al PRA costretti a pagare il bollo".
Le persone più "brave" per non pagare il bollo di un veicolo che non utilizzavano, come la Vespa dimenticata in cantina, provvedevano alla cosiddetta demolizione con restituzione della targa, mentre i "furbi" se ne infischiavano, conservando targa e libretto per non avere spese e dopo tre anni il veicolo veniva radiato d' ufficio "gratis".
Come sempre si penalizzano i più onesti, e la FMI, anzichè difenderli, rincara la dose con la storia della mancata demolizione ecc.
Non parliamo poi della circolare chiarificatrice che da tempo starebbero emanando.. in brevissimo tempo chiunque può scrivere che chi ha demolito un mezzo per avere incentivi o chi si è affidato ad un demolitore disonesto non può reimmatricolare un mezzo che dovrebbe non esistere e in tutti gli altri casi si devono poter reimmatricolare.
E poi non scordiamo che la reimmatricolazione non è, come viene fatto intendere un regalo che fanno i direttori più sensibili.. ma una pratica prevista e regolata dalla Legge Italiana e pertanto, DEVE essere applicata su richiesta di chiunque, senza se e senza ma.
Immagino che quanto scritto dalla FMI non sia stato fatto in mala fede, ma sia solo un punto di vista personale, opinabile quindi come il mio pensiero e quello di tutti gli italiani delusi e amareggiati dalle bizze della burocrazia.
Da chi dovrebbe tutelarci, sinceramente avrei voluto leggere qualcosa di diverso
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